Ci sono quei dieci minuti lì.
Quelli che arrivano appena dopo aver finito di leggere un libro, dopo quattro giorni di più o meno intenso impegno.
Allora sfogli l'ultima pagina scritta e controlli che no, non ci sia un altro minicapitoletto.
Guardi l'ultima pagina bianca, lo chiudi.
Stai per rimetterlo in libreria quando ci ripensi.
Vai a rileggerti l'incipit, allora, e cerchi i segni a matita con cui ha costellato la povera carta.
Rileggi anche quei passi, che speri possano rimanerti.
Lo chiudi di nuovo, lo metti finalmente in libreria.
Ne cerchi un altro, tra quelli che ancora non hai toccato.
Lo apri. Leggi le prime parole.
Ti convince? Lo prendi.
Non ti convince? Ne apri un altro, ripetendo lo stesso rito.
Forse era questo che la mia professoressa d'italiano intendeva per "rapporto carnale" con la lettura.
E' una cosa bella, ve lo assicuro.
( Chè poi ho appena finito di leggere Narciso e Boccadoro, e io continuo a sostenere di arrivarci sempre troppo tardi, alle cose. Ma questo è un altro discorso. )
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