Io penso che sia il caso di mettere le priorità in ordine e sperare che cadano.
Dopo di che, una cosa alla volta. Prima si balla. Poi si beve. Poi si balla e si beve. Poi si vomita ridendo. Poi si beve ancora, e si assumono sostanze vietate. Poi si fa il bagno nella fontana. Poi si prende il pisello in mano e si fa l’elicottero. Poi si vomita ancora. Poi si scopa, smettendo dopo poco perché non ce la si fa, viene da vomitare. Poi si crolla addormentati sul marciapiede, truccati da femmina.
La mattina dopo ci si sveglia con la risacca, il trucco sfatto addosso, un livido su una coscia e la tosse. Si fa un governo tecnico. Prima di tornare a casa, si beve un pomodoro condito, con una puntina leggera leggera di vodka. Si fa una legge elettorale. Ci si riprende con un bagno caldo. Si va a votare. Ci si mette, maglietta-pantaloni della tuta-piedi nudi, a guardare un film a casa. Poi magari vince ancora la destra. Si fa una pennica. Ma io non ci credo. Ci si sveglia finalmente riposati. Non così. Ci si fa una sega. Non se prima li vedi in faccia. Si sorride.
Per mesi, poi, per anni ci si racconta di quella volta che si era finiti nella fontana, truccati da femmine, ubriachi, a fare l’elicottero. Quella volta che era caduto il governo Berlusconi. Sì, quello del vulcano sintetico.
Sottoscrivo, esimio Dr. Bordone.
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