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27 luglio 2010

Vedi alla voce filmone/4



And remember, George, no man is a failure who has friends.

16 luglio 2010

The social network

Considera che David Fincher è una delle forme di Dio, insieme a David Gilmour e a J.David Salinger.
( Perchè Dio, se esiste, si chiama David. E su questo non si discute. )
Considera che Fight Club è il mio film preferito, e Il Curioso caso di Benjamin Button mi è piaciuto parecchio.
Considera che Sorkin è quello di West Wing, e anche lì c'è davvero poco da eccepire.
Aggiungici che ormai uso Facebook da più tempo rispetto a quanto ne possa ricordare.
Mettici poi i Radiohead nel trailer.



Chi viene con me, a ottobre?

15 luglio 2010

12 luglio 2010

25 giugno 2010

20 maggio 2010

Draquila

I 10 minuti che ho perso all'inizio
Il governo del fare
I grandi eventi e il 55%
L'insopportabile colonna sonora
Le ordinanze e le assemblee vietate
I commenti indignati dei vicini di poltroncina
Il relativo fastidio
Le volte che ho scosso la testa ( 7, in tutto )
La visione col rampino, di mariniana memoria
Le distorte scale di valori
La vecchietta del "mandaci tua madre, all'ospizio"
Le "niutaunz"
Le congetture risparmiabili
La consapevolezza che - bene o male - ho solo buttato un'altra ora e mezza a sentir parlare di lui.

16 maggio 2010

23 aprile 2010

21 gennaio 2010

Avatar for dummies

Un uomo, anche se blu, farebbe qualsiasi cosa per la figa.

Via Dania, friendfeed

4 dicembre 2009

Lebanon 2

Innanzitutto, andare al cinema da solo è fantastico. Ed essere soli in sala è ancora più incredibile.
Io, le immagini, i suoni. Un soggetto, due oggetti di cui fruire e godere.
E, beh, Lebanon è un film che deve essere visto da soli.

No, non è un film semplice.
La materia è la guerra in Libano, metafora di tutti i conflitti. I soldati sono israeliani, ma potrebbero essere gli Americani dell'Afghanistan, gli Inglesi di Bassora, gli italiani di Herat e Nassyria.
E l'ipocrisia che li pervade è la stessa di ogni esercito.

Ma è raccontato in modo semplice: la storia è quella di quattro ragazzi, tutto sommato. Quattro ragazzi che vogliono semplicemente salvarsi. Quattro ragazzi come noi, che non hanno la minima voglia di sparare. Quattro ragazzi che non vogliono lasciare sulla propria strada una scia di morte e devastazione. Quattro ragazzi che hanno una paura folle di morire, certo, ma anche dei giudizi di parenti e genitori.

E no, non è un film godibile: la trattazione è realistica, forse troppo realistica. Sono stato nauseato dalla puzza di cadavere, ho visto l'oscurità, ho avuto caldo, ho sospirato di sollievo ad ogni minimo fascio di luce proveniente dall'esterno. Avrei voluto piangere, urlare, uscire dal buio della sala e buttarmi in mezzo alla gente.
Senza pause: un continuo, irrefrenabile susseguirsi di vomito, sangue e distruzione.

Ma è un film imperdibile, da vedere assolutamente.

Da soli, nelle tenebre di un cinema di provincia, con il desiderio irrefrenabile di alzarsi e andare nell'altra sala.
A vedere Pieraccioni.