17 agosto 2010

1928-2010

La morte di una persona non può fare piacere.
Sinceramente, non sopporto chi gioisce ogni volta che succede qualcosa di orribile a un personaggio insopportabile.
A partire da Taricone, per finire alle statuette di Berlusconi.

Come, del resto, odio gli "speriamo che muoia".
Per tutti, eh. Dai professori, ai politici.

E' per questo che, alla notizia della morte di Cossiga, ci sono rimasto un po' male.

Alla fine, gli unici ricordi che ne avrò saranno i tanti interventi a "Un giorno da pecora" e quello da Chiambretti.

No, non mi sentirete dire che sono felice della morte di Cossiga.

Io però non dimentico.

Io non dimentico Giorgiana Masi.
Io non dimentico queste parole:
«Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand`ero ministro dell`Interno».
«In primo luogo, lasciare perdere gli studenti dei licei, perché pensi a cosa succederebbe se un ragazzino rimanesse ucciso o gravemente ferito...».
«(Gli universitari) Lasciarli fare. Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città».
«Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri».
«le forze dell`ordine non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti in ospedale... picchiarli e picchiare anche quei docenti che li fomentano».
«Non dico quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì. ... Ci sono insegnanti che indottrinano i bambini e li portano in piazza: un atteggiamento criminale!».
«...questa è la ricetta democratica: spegnere la fiamma prima che divampi l`incendio».

Non sono felice.
Ma di certo non mi mancherà più di tanto.

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