Che uno a certe proposte non può davvero rifiutare.
La grande patria degli Ipse dixit da oggi ha un collaboratore in più.
Il sottoscritto, ca va sans dire.
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10 agosto 2010
8 agosto 2010
Sempre detto che è un genio
Luca Sofri, stamattina, regala due perle una migliore dell'altra:
La prima è questa:
La seconda, che sta per scalzare questo post di Leonardo dalla cima dei miei preferiti, è questa:
La prima è questa:
Barack Obama dice che è contrario al matrimonio tra persone dello stesso sesso.
Arnold Schwarzenegger chiede che venga legalizzato immediatamente.
Barack Obama. Arnold Schwarzenegger.
La seconda, che sta per scalzare questo post di Leonardo dalla cima dei miei preferiti, è questa:
Io fossi Berlusconi passerei al gruppo parlamentare di Futuro e Libertà, e mi porterei dietro tutti quanti.
3 agosto 2010
Amarcord
Io mi ricordo come è cominciata tutta la storia di Fini, e dei futurini, o futuristi che dir si voglia, e della crisi di governo, e di Tremonti presidente del consiglio ad interim fino a nuova legge elettorale e dei "CAZZO, CI VUOLE UNA VERA SINISTRA PROGRESSISTA INTELLIGENTE COERENTE CHE LI SBATTA FUORI!".
E' cominciato tutto un pomeriggio, uno dei tanti, di parecchio tempo fa.
E' cominciato con Luca che su facebook mi scrive:
"Sei talmente avanti che se guardi indietro vedi il futuro", avrebbe detto qualcuno.
E' cominciato tutto un pomeriggio, uno dei tanti, di parecchio tempo fa.
E' cominciato con Luca che su facebook mi scrive:
"Ma sai che in fondo Bocchino è il meno peggio?".
"Sei talmente avanti che se guardi indietro vedi il futuro", avrebbe detto qualcuno.
2 agosto 2010
Cazzo, sì!
Io penso che sia il caso di mettere le priorità in ordine e sperare che cadano.
Dopo di che, una cosa alla volta. Prima si balla. Poi si beve. Poi si balla e si beve. Poi si vomita ridendo. Poi si beve ancora, e si assumono sostanze vietate. Poi si fa il bagno nella fontana. Poi si prende il pisello in mano e si fa l’elicottero. Poi si vomita ancora. Poi si scopa, smettendo dopo poco perché non ce la si fa, viene da vomitare. Poi si crolla addormentati sul marciapiede, truccati da femmina.
La mattina dopo ci si sveglia con la risacca, il trucco sfatto addosso, un livido su una coscia e la tosse. Si fa un governo tecnico. Prima di tornare a casa, si beve un pomodoro condito, con una puntina leggera leggera di vodka. Si fa una legge elettorale. Ci si riprende con un bagno caldo. Si va a votare. Ci si mette, maglietta-pantaloni della tuta-piedi nudi, a guardare un film a casa. Poi magari vince ancora la destra. Si fa una pennica. Ma io non ci credo. Ci si sveglia finalmente riposati. Non così. Ci si fa una sega. Non se prima li vedi in faccia. Si sorride.
Per mesi, poi, per anni ci si racconta di quella volta che si era finiti nella fontana, truccati da femmine, ubriachi, a fare l’elicottero. Quella volta che era caduto il governo Berlusconi. Sì, quello del vulcano sintetico.
Sottoscrivo, esimio Dr. Bordone.
16 luglio 2010
Frase del giorno
Questo è un paese dove persino dei maldestri imbroglioni da mezza tacca finiscono a influenzare le sorti delle istituzioni e del potere. Questo è un paese dove chi occupa ruoli di potere non ha nemmeno lo spessore per tenere alla larga i cialtroni analfabeti e distinguere un grande lobbysta da un ladro di polli (con rispetto parlando per i ladri di polli). Questo è un paese in cui i ladri di polli accedono al potere e trafficano con i governatori e i giudici impomatati: e insieme architettano calunnie a base di “froci”. Un paese in cui il coordinatore nazionale del partito di maggioranza e di governo fa riunioni con i ladri di polli, e con lui il senatore bibliofilo.Luca Sofri, qui
7 giugno 2010
Frase del giorno
La polemica sui premi ai calciatori è una polemica scema. Intanto perché se il principio per cui le cose si devono giudicare indipendentemente da chi le dice conoscesse una deroga, quella deroga dovrebbe essere Calderoli, uomo che rivendica per primo la gratuità incosciente delle sue iniziative.
Luca Sofri, che poi continua qui
15 maggio 2010
World elections
Domani si vota nelle Filippine.
No, non ho nessuna voglia di seguire quelle elezioni, tranquilli.
Era solo per segnalare questo sito, in cui mi sono imbattuto qualche giorno fa e che è finito di diritto tra i feedati.
No, non ho nessuna voglia di seguire quelle elezioni, tranquilli.
Era solo per segnalare questo sito, in cui mi sono imbattuto qualche giorno fa e che è finito di diritto tra i feedati.
26 aprile 2010
Daveblog impera
Ieri a Domenica 5 c'è stato un momento in cui la pupa Nora dava della cretina alla pupa Francesca Cipriani, Riccardo Poletti dava delle cretine a tutte e due, Flavia Vento a tutti e tre, io a tutti e 4 e la decenza a tutti e 5.
20 aprile 2010
C'è post
L'articolo più interessante del primo numero ( sempre che di primo numero si possa parlare ) de "Il Post" è indubbiamente questo.
L'ha scritto Giovanni Floris, uno che di questi tempi sto incredibilmente rivalutando.
Il Presidente del Consiglio italiano ha pochi poteri, Silvio Berlusconi ne ha troppi. Il paradosso delle riforme istituzionali è tutto qui. È vero, come dice il Premier, che il primo ministro italiano non ha il potere che i suoi omologhi hanno in giro per il mondo, ma è pur vero che nessuna parte del mondo un premier accentra in sé tutti i poteri che accentra Silvio Berlusconi.
L'ha scritto Giovanni Floris, uno che di questi tempi sto incredibilmente rivalutando.
30 marzo 2010
Ripartire da qui
La conclusione della menata elettorale, ancora una volta, me la dà Civati.
Comincia a preparare le elezioni a sindaco di Milano ( e sì, spero anch'io che si candidi, a questo punto ), ma è un eptalogo perfetto per tutto il paese.
Io riparto da qui:
Comincia a preparare le elezioni a sindaco di Milano ( e sì, spero anch'io che si candidi, a questo punto ), ma è un eptalogo perfetto per tutto il paese.
Io riparto da qui:
1. Facciamo le primarie, per tempo, un anno prima, prima dell'estate o a fine settembre
2. Non dividiamoci tra «primarie di partito» e «primarie di coalizione»
3. Non limitare le primarie a una questione di nomi e cognomi («mi sono rotto i cognomi» è il mio slogan preferito). Persone e proposte, insieme. Uno o più leader con un progetto politico che li sostenga e un gruppo dirigente da proporre al Pd, alla sinistra ma, soprattutto, alla città.
3. Non parliamo più di Udc per un mese. L'alleanza la vediamo alla fine o, quantomeno, a metà strada, alla luce del progetto politico che abbiamo in mente. Non si può fare a freddo, l'alleanza, né parlarne come se fosse il tema esclusivo di cui dobbiamo occuparci.
4. Non diamoci più alibi: vinciamo nelle città e perdiamo in provincia? Milano fa eccezione da vent'anni. Le candidature sono state raramente convincenti e, dopo la sconfitta di Dalla Chiesa, si è pensato che non fosse il caso di fare troppa politica. E, invece, l'approccio politico è fondamentale e Milano è una grande città, che ha forse bisogno di ritrovare se stessa. Partire 'bassi' potrebbe essere la nostra (ennesima) rovina. Ci vuole un po' di orgoglio, accidenti.
5. Sento parlare di una iniziativa «civica»: cerchiamo di evitare lo stucchevole dibattito tra «partito» e «società civile» che esiste solo nella testa dei dirigenti del Pd. Ci vuole un progetto, ci vuole orgoglio, ci vuole una proposta politica degna di questo nome.
6. Apriamo un circolo del Pd in via Padova, subito. Mettiamoci il comitato elettorale. Partiamo dai simboli del malgoverno morattiano: l'ecopass che non serve a niente, l'urbanistica che è un affare (!) per gli immobiliaristi e non una 'cosa' da cittadini, la qualità della vita dei cittadini, il flusso enorme di pendolari che ci viene ogni giorno, le scuole e tutto quello che c'è, a Milano, da ripensare, dopo vent'anni di governo 'decorato'. Togliamoci le mostrine perché, in una città civile, governano i civili, appunto, non i militari (veri o, come nel nostro caso, presunti).
7. Mettiamoci un po' di uguaglianza, in tutto questo: ri-scopriamo il degrado, chi soffre, chi è in difficoltà. Costruiamo nuove relazioni con i cittadini abbandonati a se stessi. Mettiamo in campo, forse per la prima volta, quel progetto del Pd che abbiano nel cassetto. Proviamoci. Così, anche se perderemo, non avremo perso in partenza, ma alla fine. E, magari, può capitare anche che si vinca.
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