E alla terza, finalmente, ci siamo.
A dire il vero, avevo approcciato questo testo con una certa diffidenza.
Dopo aver letto "L'opera da tre soldi" che, oltre ad essere piuttosto noiosa, mi aveva lasciato poco o nulla, avevo pensato che il mio rapporto con Brecht fosse finito lì.
Un bel romanzo, Gli affari del signor Giulio Cesare, e un testo teatrale letto controvoglia.
Nonostante tutto, gli ho dato un'altra possibilità, e adesso ne sono felice.
Perchè "sì, io credo alla dolce violenza che la ragione usa agli uomini. A lungo andare non le sanno resistere".
Perchè "i moti dei corpi celesti sono divenuti più chiari; ma ai popoli restano pur sempre imprescrutabili i moti dei potenti".
E -soprattutto- perchè "chi non conosce la verità è soltanto uno sciocco; ma chi, conoscendola, la chiama bugia, è un criminale".
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