26 marzo 2010

Tre per una notte

Tre cose che mi sono piaciute particolarmente di "Rai per una notte":

1- Giovanni Floris. Magari sarà anche troppo pacato, ma ha detto cose molto intelligenti. E senza cercare a tutti i costi gli applausi.
2- Daniele Fabbri, o Luttazzi che dir si voglia.
Innanzitutto perchè non ricicla più del necessario. E poi ha un dono che molti "pseudocomicidisinistra" non possono nemmeno sognare: comunica idee e fa ridere. Perchè potete metterla come volete, ma Cornacchione è un clichè vivente e Crozza al massimo mi strappa un sorriso.E sono bravi, eh, non lo metto in dubbio.
3- Le operaie dell'Omsa. E' di questo che dovremmo parlare, forse. Di questo, della scuola, dei temi "veri". E Santoro ieri, anche se non per tutta la serata, l'ha fatto.

Tre cose che NON mi sono piaciute, di "Rai per una notte":

1- Mario Monicelli. Sarò stupido io, ma paragonare Fascismo e Berlusconismo mi sembra quantomeno banalizzante. La storia non ritorna, perchè ogni piccolo particolare la modifica. Mettiamocelo bene in testa. E la speranza è l'unico meccanismo che dovrebbe regolare il nostro agire. Saremmo perduti, se non avessimo più nemmeno quella.
2- Elio. Spiace dirlo, ma un pezzettino nuovo poteva anche inventarselo.
3- Il bagno di folla finale. Sarebbe potuto finire tutto con quel meraviglioso girotondo: tutti mano nella mano con le operaie, simbolo di un'Italia smarrita.
Invece no, ci voleva il bagno di folla con la gente esultante. E menomale che non doveva essere un Santoro day.

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