22 marzo 2010

Into flames

Guardare l'orologio e sperare che finisca presto.
Rimanere solo, alle 8 meno un quarto, davanti a una stupida scuola che cerca di insegnare una stupida lingua che probabilmente non si imparerà mai.
Annoiarsi per qualunque cosa.
Parlare solo ed esclusivamente di se stessi.
Aspettare che succeda, e che gli altri lo facciano succedere.
Ritrovarsi a piangere. Like a rolling river, all the way down the telegraph road.
E non aver nemmeno più voglia di odiare.

Male di vivere, lo chiamerebbe Lucrezio. Spleen, qualcun altro.

Forse è solo l'abitudine, che non mi fa stare tanto bene.

Magari dovrei tagliarmi i capelli.

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