3 giugno 2010

Il senso è un altro

Del mio strano rapporto con la prof.ssa G.d.C. devo aver già parlato, in questo blog.

Io ho profonda stima per lei, sia chiaro.
Tutto sommato, è una buona insegnante: fa il suo lavoro egregiamente, mettendoci tutto l'impegno e la dedizione possibile.
Chissà, magari tra qualche tempo riuscirò anche a ricordarla con un sorriso, pensando alla sua mania per il silenzio a tutti i costi e le sue interrogazioni fiume con le solite 3 domande alternate.
Chissà, magari tra un po' di anni sarà anche riuscita a raggiungre il suo obiettivo di farmi ricordare qualcosina di Tasso o Machiavelli.

Ma c'è un problema.
Non ci capiamo, noi due. E la mancanza di comprensione, inevitabilmente, genera fastidio in lei - che a 60 anni tutto sommato si fa un baffo delle mie idee da adolescentucolo da 2 soldi - e in me - zeppo di ideali che forse non valgono più della sua stima - odio.

Martedì, durante l'ennesima spiegazione di Parini, si è prodigata in una delle sue divagazioni sul valore delle tradizioni, sull'importanza della nostra cultura, sul ruolo fondamentale delle nostre radici.
Una divagazione sul crocifisso, chè "ce lo volevano anche far togliere dalle scuole, e annullare la nostra identità".
Una divagazione come tante, condita da quella solita esilarante espressione facciale da "spostatevi, ragazzini, lasciatemi lavorare, chè ne so molto più di voi".
Una divagazione alla quale di solito si sorride e si annuisce, per poi mandare la professoressa dove meriterebbe, ma solo dopo averla vista uscire dall'aula.

Ecco, io martedì ho fatto un errore.
Forse perchè siamo a giugno, forse perchè ero stanco, forse perchè ormai i nostri compiti li aveva già corretti.
Forse, più semplicemente, perchè aveva passato il segno.

Martedì, invece di sorridere e annuire, ho avuto una pessima idea. Quella di fare una faccia a metà tra lo schifato e l'irridente. E al suo urlo "ma cos'hai da guardare così, Vassalotti?" quella di rispondere e dire - più o meno - quello che penso, tra i sorrisetti sarcastici dei compagni di classe e la sua espressione meravigliata.

Martedì sono stato gentilmente zittito dalla prof.ssa, "chè sta per suonare e non possiamo perdere tempo."

Fin qui, direte voi, niente di strano.
Solo un diverbio tra professoressa e alunno, come tanti ce ne saranno stati nella storia dei licei italiani. Azione, reazione e controreazione.

Ma la cosa meravigliosa è successa oggi.
Perchè oggi - dopo l'armistizio dettato dal 2 giugno - la prof.ssa. G.d.C. si è sentita in dovere di riprendere l'argomento.
E con un sorriso, dettato più dal 9 del mio compito che da altro, mi ha spiegato che un albero senza radici non può esistere, che ci può essere un orto botanico con tanti alberi ma ognuno ancorato alle proprie tradizioni, che non dobbiamo perdere l'orgoglio per il nostro passato.

Lo so. Probabilmente avrei dovuto spiegarle che l'umanità è composta da persone, e non da alberi.

Non ce l'ho fatta.
Ho sorriso. Ho annuito.

Sorriso che si è mantenuto quando mi ha fatto capire, con una correzione, di non aver capito nulla del senso del mio finale.
Perchè ha genialmente deciso di aggiungere un "per lui" nella frase "resta nel lettore la consapevolezza che Dulcinea era davvero la donna più bella del mondo".

Non ce l'ho fatta ad alzarmi e a dirle, gentilmente, che il senso era completamente un altro.
Ho sorriso. Ho annuito.

Si può essere felici anche restando per sempre incollati ai nostri stretti confini.
E io le auguro tutta la felicità di questo mondo, prof.ssa.

1 commento:

  1. mah, io dopo quest'anno sono arrivata alla triste - e inaspettata - conclusione che un compito di italiano è solo un compito di italiano, e la nostra scuola è fatta così.
    Ed è anche abbastanza inutile provare a avere idee nuove (poi ti racconterò del mio compito di biologia)perchè in fondo "ve ne renderete conto".
    Nessuno ha mai pensato che no, magari non ce ne renderemo conto perchè c'è anche la possibilità che accada il contrario.
    Anyway è così, e non vale nemmeno la pena cambiare, anche perchè in quel caso non ci sarebbe più nulla di cui scrivere nei post xD.
    Miguel de Cervantes non leggerà mai nessuna delle due conclusioni, e sono certa che ci sono al mondo persone che hanno capito il senso della tua frase ;)

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