"Per me, Saviano è uno che ha lucrato sulla mia città. Non c'era bisogno che scrivesse un libro per sapere cos'è la camorra. Lui però ha detto solo cose brutte e si è dimenticato di tutto il resto".
L'ha detto Marco Borriello, puntero del Milan e - fino a stamattina - della nazionale.
Così, su due piedi, avrei voluto catalogare il tutto sotto la voce "idioti che avrebbero fatto meglio a stare zitti".
Magari si sarà fatto intortire da una domanda fatta male, o avrà pensato di ingraziarsi il datore di lavoro, che in quanto a dichiarazioni su Saviano non era stato certo da meno.
Avrei voluto pensare questo e andare avanti.
Poi però mi sono ricordato di una cosa. Di questa cosa:
Per il cinema italiano spero che Gomorra vinca l'Oscar. Ma non penso che gioverà all'immagine dell'Italia nel mondo. Abbiamo già tante etichette negative.
Ecco. A starnazzare così su Gomorra, quella volta, era stato Fabio Cannavaro.
E allora Borriello non è solo un idiota che avrebbe fatto meglio a stare zitto.
E' la conferma di un trend di calciatori napoletani che decidono programmaticamente di confermare e inculcare nella sottocultura del popolino quel concetto lì.
Che Saviano è uno che c'ha fatto i soldi sopra. Che Saviano è un'etichetta negativa. Che non c'era mica bisogno che scrivesse un libro per sapere cos'è la camorra.
Borriello è questo. E non mi stupirei se un giorno di questi, impegnato in una discussione di pseudo-politica con qualche tizio della mia classe, qualcuno se ne venisse con un "sei come Saviano, dici solo le cose brutte e dimentichi tutte le cose belle del nostro bel paese".
Del resto... L'ha detto Borriello, no?
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