15 aprile 2010

And still you waste

E' che certe volte ti capita di stare bene.
Il tempo di una serata, di un film, di un'ora di latino, di uno stupido commento a una stupida notizia trovata su un qualche stupido sito.
Stai bene.
O almeno, meglio.

Trovi un briciolo di senso nell'inseguimento ad un tempo che ti rendi conto di stare perdendo.
Ti capita di stare bene - dicevo - e di non avere la minima intenzione di cambiare, di fare, di agire.
Arrivi a pensare che - in un certo senso - quell'inseguimento abbia più valore del tempo stesso.
Pensi di stare migliorando, che il buio stia finendo, che la luce sia davvero più vicina di quanto avessi pensato fino a pochi istanti prima.

Il momento - quel momento - prima o poi arriverà.

Poi te ne accorgi.
Ti guardi dentro, e nello stesso tempo ti guardi indietro.
Ti riempi la testa di congetture, di supposizioni, di sovrastrutture. Di "avrebbe dovuto", "sarebbe potuto", "avrei voluto".
E ti svegli. Ti sveglia.
Ti guardi indietro, e capisci che forse il momento - quel momento - era già arrivato, e semplicemente non l'hai saputo sfruttare.

O forse - è ancora più probabile - il momento giusto non esiste.
Esistono momenti sbagliati, quelli sì.

Ma il momento giusto non esiste. E avresti dovuto capirlo prima.

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