E' che certe volte ti capita di stare bene.
Il tempo di una serata, di un film, di un'ora di latino, di uno stupido commento a una stupida notizia trovata su un qualche stupido sito.
Stai bene.
O almeno, meglio.
Trovi un briciolo di senso nell'inseguimento ad un tempo che ti rendi conto di stare perdendo.
Ti capita di stare bene - dicevo - e di non avere la minima intenzione di cambiare, di fare, di agire.
Arrivi a pensare che - in un certo senso - quell'inseguimento abbia più valore del tempo stesso.
Pensi di stare migliorando, che il buio stia finendo, che la luce sia davvero più vicina di quanto avessi pensato fino a pochi istanti prima.
Il momento - quel momento - prima o poi arriverà.
Poi te ne accorgi.
Ti guardi dentro, e nello stesso tempo ti guardi indietro.
Ti riempi la testa di congetture, di supposizioni, di sovrastrutture. Di "avrebbe dovuto", "sarebbe potuto", "avrei voluto".
E ti svegli. Ti sveglia.
Ti guardi indietro, e capisci che forse il momento - quel momento - era già arrivato, e semplicemente non l'hai saputo sfruttare.
O forse - è ancora più probabile - il momento giusto non esiste.
Esistono momenti sbagliati, quelli sì.
Ma il momento giusto non esiste. E avresti dovuto capirlo prima.
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