4 dicembre 2009

Lebanon 2

Innanzitutto, andare al cinema da solo è fantastico. Ed essere soli in sala è ancora più incredibile.
Io, le immagini, i suoni. Un soggetto, due oggetti di cui fruire e godere.
E, beh, Lebanon è un film che deve essere visto da soli.

No, non è un film semplice.
La materia è la guerra in Libano, metafora di tutti i conflitti. I soldati sono israeliani, ma potrebbero essere gli Americani dell'Afghanistan, gli Inglesi di Bassora, gli italiani di Herat e Nassyria.
E l'ipocrisia che li pervade è la stessa di ogni esercito.

Ma è raccontato in modo semplice: la storia è quella di quattro ragazzi, tutto sommato. Quattro ragazzi che vogliono semplicemente salvarsi. Quattro ragazzi come noi, che non hanno la minima voglia di sparare. Quattro ragazzi che non vogliono lasciare sulla propria strada una scia di morte e devastazione. Quattro ragazzi che hanno una paura folle di morire, certo, ma anche dei giudizi di parenti e genitori.

E no, non è un film godibile: la trattazione è realistica, forse troppo realistica. Sono stato nauseato dalla puzza di cadavere, ho visto l'oscurità, ho avuto caldo, ho sospirato di sollievo ad ogni minimo fascio di luce proveniente dall'esterno. Avrei voluto piangere, urlare, uscire dal buio della sala e buttarmi in mezzo alla gente.
Senza pause: un continuo, irrefrenabile susseguirsi di vomito, sangue e distruzione.

Ma è un film imperdibile, da vedere assolutamente.

Da soli, nelle tenebre di un cinema di provincia, con il desiderio irrefrenabile di alzarsi e andare nell'altra sala.
A vedere Pieraccioni.

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