Sì, lo ammetto. La mia prima reazione, ieri pomeriggio, è stato un sorriso. Innanzitutto perchè pareva si trattasse di un pugno. E l'idea che una persona, disarmata, potesse riuscire a sfruttare una breccia tra le guardie del corpo, raggiungendo una delle persone più protette d'Italia per tirargli un democratico, innocuo ( così credevo ) pugno, mi faceva sorridere.
Poi è passato un pò di tempo. La notizia è cambiata e ho visto le foto. E ho capito che no, non c'era proprio niente da sorridere.
L'atto di ieri, le reazioni, le strumentalizzazioni hanno trasformato quel mio riso ironico in una smorfia di terrore e paura.
L'atto, dicevo. Perchè un'aggressione è un'aggressione. E un atto violento nei confronti di una persona che - per fortuna, o purtroppo - abbia un ruolo istituzionale così importante è inconcepibile.
Proviamo a immaginare se il colpito fosse stato Bersani, o Fini. Avremmo tutti temuto qualche sorta di colpo di stato, di rivoluzione. E' inaccettabile, e basta.
Le reazioni, poi. Le persone che inneggiano a Tartaglia, per me, non hanno capito assolutamente nulla. Perchè "è solo con il sorriso determinato di un Gandhi – con azioni d'amore per un'Italia civile e non di rabbia verso una persona – che ha un senso creare un modello culturale alternativo al Cavaliere", come ha scritto Giglioli sul suo blog.
Anche il più feroce degli oppositori, oggi, dovrebbe ammettere l'insania del gesto e - dirò una parola che forse non mi perdonerete - oggi, tutti dovrebbero essere SOLIDALI con Berlusconi. Per evitare lo scontro, per annullare il progetto chiarissimo di una parte del CDX di mitizzare la figura di uno dei presidenti peggiori degli ultimi 150 anni, elevandolo a martire per la libertà.
E per evitare le orrende strumentalizzazioni.
Oggi ho comprato "Il Giornale". Prima e ultima volta, giuro.
Ho letto la prima pagina: "I mandanti morali sono noti. Anche certi politici del centrodestra".
Ecco. Già adesso stanno usando un gesto sconsiderato di un povero malato mentale per delegittimare l'opposizione e i Finiani.
Dobbiamo per forza dar loro nuovi argomenti?
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