17 ottobre 2010

Chiudere faccenda Palahniuk con post


Io non ricordo nemmeno dove ho sentito parlare per la prima volta di Fight Club.
Di sicuro non era stata la prima volta che ho sentito parlare di Palahniuk.
Credo sia stato in un Macchiaradio, uno di quei podcast ascoltati mentre stai rimettendo a posto le vecchie videocassette di tuo fratello e non ne puoi più dei Talking Heads.
Il che succede piuttosto raramente, in effetti, ma succede.
Fatto sta che ho sentito parlare di questo film. Di Fight Club. Di David Fincher.
Che poi, peraltro, io non volevo nemmeno vederlo, Fight Club. Perché c’era Brad Pitt e per me – che avevo 14 anni e davvero non capivo un cazzo – Brad Pitt era il male.
Il solito atturoncolo gossip, addominali e bel faccino.
Non capivo davvero un cazzo.

O forse ce n’era una citazione nella Smemo di qualche anno fa. Le cose che possiedi alla fine ti possiedono. Ne fui impressionato.

Vidi il film, in sostanza.
Avete presente la sensazione di quando un tizio che hai appena conosciuto ti chiede qual è il tuo film preferito e tu non hai idea di cosa rispondere, chè ce ne sono troppi e non ti sei mai davvero posto il problema?
Io ce l’ho presente, perché prima di aver visto Fight Club la provavo sempre.
Poi non mi sono posto più il problema.

C’è un sito che qualunque persona che legga più di tre libri all’anno dovrebbe conoscere, e che di sicuro conoscerete. aNobii.
Mi sono iscritto a ‘sta specie di facebook per libri – come me l’aveva presentato il tizio che me l’aveva presentato.
Mi trovavo a visitare le “librerie” della gente, e notavo una costante. Un autore che ricorreva – quando più quando meno – sempre.
Un certo Chuck Palahniuk. Chè poi vallo a sapere che si pronuncia Polànic, in realtà.

Sì, è su aNobii che trovai per la prima volta il suo nome.
Ovviamente comprai subito Fight Club e lo lessi  in un paio di giorni, notando che il film non lo aveva per nulla snaturato, come da clichè.

Passò un altro po’ di tempo.
E una mattina, in una libreria in cui non ero mai stato, trovai tutti i suoi libri, in uno scaffale a lui interamente dedicato.
C’era Fight Club, ovviamente. E c’erano Survivor, Invisible Monters, Ninna Nanna, Rabbia, Gang bang.
C’erano tutti e decidi che prima o poi li avrei acquistati tutti. Uno per volta, però. Chè se no avrei fatto solo casino.
Ne presi uno a caso.

“Se stai per metterti a leggere, evita. Tra un paio di pagine vorrai essere da un’altra parte. Perciò lascia perdere. Vattene, sparisci, finchè sei ancora intero. Salvati.

E non vuoi comprarlo, un libro con un incipit così?
Lo lessi. Subito.

E’ un gran libro, Soffocare. Prendetelo, se la scuola/il lavoro vi lascia un po’ di tempo per leggere.
Perché ogni singolo punto e a capo è un pugno in faccia, ogni singola anafora è un calcio negli stinchi, ogni singolo “perché” a inizio periodo è una ginocchiata nelle costole.

Magari è vero che un libro non può cambiare una vita.
Ma una giornata, una settimana. Quelle di sicuro.

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