26 ottobre 2010

Chè doveva essere solo un Pensiero profondo, mezz'ora fa

E' una catena ininterrotta.
Ora. Il concetto che cercherò di spiegare non è tanto originale, me ne rendo conto.
Nè tanto originale nè tanto sensato, probabilmente.
Finirà per essere il solito flusso di coscienza moralistico di noi che suiggiovanid'oggiciscatarrosu.
Probabilmente.

Ma tant'è. E' il mio cazzo di blog e - almeno qui - faccio quel cazzo che mi pare.
C'entra Hegel, con il discorso che voglio fare. Forse c'entra anche Schopenhauer. C'entra Palahniuk che - fanculo - c'entra sempre.

Ecco. Il fatto è che ognuno di noi vuole essere quello che prende per culo.

Dove "prendere per culo" è concetto figurato, astratto, metaforico.
Dove "prendere per culo" non è tanto il "Filippone Filippò", o vaffanculeggiare l'unico leghista della scuola.
Non è "I libri del fascista vanno bruciati nonvendutinnèccatalogati", o l'urlare "eh, ti piace la nutella?" all'interrogazione del compagno di classe leggermente sovrappeso.

E' più vicino al concetto di "affermare la propria superiorità". Denunciare l'idiozia.
Apertamente o di spalle. Che l'altro sappia o no.

Piantare la bandiera del nostro pensiero sull'arido terreno dell'ottusa mentalità altrui.

Perchè, quando quella di storia si arrampica sugli specchi, cercando di inventarsi scuse assurde invece di ammettere che "sì, ragazzi, ho sbagliato, andiamo avanti". Quando quella di storia fa così, se lo merita. Se lo merita di essere irrisa.
E non per l'errore, eh. Chè alla fine chissenefrega se non ti ricordi chi sono gli slavofili e gli occidentalisti, ma dai cazzo, è ridicolo.
Perchè, quando pretendevi di parlare del Lodo Alfano alle assemblee di classe, te lo meritavi.
Ci sei arrivato con cinque anni di ritardo, ma cazzo te lo meritavi.

La verità è che ognuno di noi vuole essere l'obiettivo. L'obiettico che sta dietro l'obiettivo. L'obiettivo che sta dietro l'obiettivo che sta dietro l'obiettivo.
La verità è che ognuno di noi vuole sentirsi superiore. Perchè ognuno di noi si crede superiore.
La verità è che - fanculo - se non avessimo un'opinione almeno decente di noi stessi, dovremmo tutti tagliuzzarci la pelle stile "Solitudine dei numeri primi".

Ecco. Era più o meno questo, il concetto.

Basta capire che nessuno di noi può davvero arrivare a esserlo, quell'ultimo anello di obiettività.
Che ci sarà sempre qualcuno che ci troverà ridicoli contraddittori krumiri.
Basta capire che alla fine non è nemmeno questo grandissimo problema.
Che qualche anima buona capace di sopportarci alla fine ci sarà pure.

Basta capire questo per vivere bene.

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