22 dicembre 2010

Requiem per una supplenza

A me i tipi come te fanno impazzire.
Sai, quelli che quando li vedi non puoi non pensare "ma perchè?".
Ma perchè una bella donna, sueggiù trentacinquenne, che ha studiato filosofia, fa così?

Ti capisco, io. Ti capisco davvero.
Amore per il mondo ma disprezzo per l'umanità, forse.
Rivalutazione dell'apparenza.
O magari non so cos'altro, ma ti capisco.

Ti capisco, e capisco la tua buona fede.
Il messaggio era di pensare con la propria testa, senza lasciarsi attirare dal pensiero massificato dei nostri tempi squallidi, dai quali si vede che cerchi di fuggire. Con la tua ultima gonna lunga fuori moda. Con la tua collanona bianco-verde-rossa da 10 euro alla bancarella del corso.

E non era un cattivo messaggio, eh.
Oddio, magari se ne son visti di migliori. Se non altro di più originali.
Però davvero di fondo andava bene.

E capisco anche le tue difficoltà.
Il doverti dare un tono, chè a 35 anni e da appena arrivata nel liceo non è poi così facile.
Lo gestire così tante persone, chè 25 pazzi in una classe sono tanti, troppi, checchè ne possa dire qualche pazzo ministeriale.
I possibili commentini sulla tua presunta vita sessuale, chè quelli ci sono sempre, e immagino tu lo sappia, e immagino ti diano fastidio.

Quindi, davvero, te lo ripeto. Lo capisco.
Ma come puoi non accorgerti che il tuo messaggio non può passare, così?
Che non si può predicare di pensare liberamente per poi soffocare qualunque forma di espressione non autorizzata da te?

Come puoi non capire che impedire a una persona di - chenneso - andare in bagno perchè-non-l'hai-chiesto-da-posto non ti fa sembrare più autorevole, ma solo ridicola?
Che ogni "shh, ragazzi, epperfavore" è un passo verso l'incomunicabilità?
Che i tuoi 9, che i tuoi "allora in gamba, eh" -con quelle premesse- diventano non uno sprone ad andare avanti ma nient'altro che uno dei soliti complimenti di terza fascia da professore immerso nel suo mondo ad alunno sprofondato nel suo altro mondo?

Boh, peccato.
Peccato perchè magari il tempo avrebbe cambiato le cose.

Perchè, alla fine, la risposta al "perchè fai così" è una sola.
La più banale, la più grave.

Perchè non te ne rendi conto.
E mi dispiace. Davvero.

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