Era settembre e il liceo classico Pago Mariano tornava a scuola, dopo 3 mesi di vacanze. A maggio, il preside della scuola aveva fatto una promessa: "Banchi, sedie, sala d'informatica nuova per tutti!".
I ragazzi, entrati a scuola, non notarono però alcuna differenza: i banchi erano ancora doppi, piccoli e la maggiorparte di essi aveva una gamba più corta delle altre, producendo ad ogni minimo spostamento uno stridio tanto forte quanto fastidioso.
Le porte, poi. Sempre le stesse. E dire che un ragazzo era quasi morto, l'anno prima, per uno stipite che non aveva retto.
E non parliamo dei computer, antidiluviani come sempre.
Ma è settembre, e la nuova roba sarebbe dovuta arrivare presto.
Ottobre arriva, le foglie cominciano a cadere e i ragazzi del Pago Mariano aspettano con trepidazione i nuovi pc: gli insegnati hanno promesso mirabolanti lezioni interattive e chi vorrà avrà anche la possibilità di lavorare sul nuovo sistema operativo, progettato appositamente per le scuole, della famosa azienda americana. Il preside, tuttavia, cominciava a rispondere infastidito ai ragazzi che chiedono spiegazioni per i ritardi. "Non ho tempo ora", è la sua risposta per tutti i problemi. Intanto alcune voce cominciavano a circolare. Pareva che non fossero più disponibili i fondi provinciali.
Il 27 ottobre un ragazzo si frattura un piede in classe, cadendo da una sedia rotta.
Un'assemblea di istituto, a metà novembre, decide una manifestazione davanti al provveditorato, che non sortisce alcun effetto.
Il tempo passa, arriva dicembre, e le porte non arrivano. Si opta per uno sciopero ad oltranza: non si entra a scuola finchè non arrivano almeno 20 porte, 150 banchi e 10 computer.
La notizia finisce sui giornali. "Il Pago Mariano vuoto", titola il Muovo Nolise.
Marco Bianchi si avvicina all'edicola. Vede il giornale. " 'Sti qua non han proprio voglia di studiare, eh", sorride all'edicolante.
"Eh, già... Noi eravamo tutti di un'altra pasta, eh. Non ci sono più i giovani di una volta".
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